L'ADIGE 29.3.2017


L'articolo a cura di Fabio De Santi dell'Adige, è una recensione del concerto di Vinicio Capossela presso l'Auditorium Santa Chiara di Trento del 27 marzo 2017. Qui sotto il box dedicato ai Krampus di Canazei.


STREGATI DALLE OMBRE DI CAPOSSELA
Il musicista conquista i trentini con uno spettacolo suggestivo

Luci e ombre, miti e leggende evocazioni ancestrali, fiabe ed incubi si intrecciano nel nuovo live di Vinicio Capossela, vera quintessenza di un immaginario incantato.uno spettacolo che uno dei più amati e creativi musicisti italiani ha proposto lunedì sera in Auditorium stracolmo pronto a tributargli un autentico trionfo. Punto centrale di Ombra. Canzoni della cupa e altri spaventi sono le scenografie e i giochi di luce incantevoli, a volte segnati da veri e propri loop, che danno forma ad un universo di fiaba, fra alberi, rami e simboli della natura, nel quale però aleggia sempre un sottile senso di inquietudine.
La prima parte del concerto è giocata su diverse tracce dell'ultimo album Le canzoni della cupa, diviso in due capitoli Polvere e Ombra, che in questo tour teatrale è preminente con brani come "Le creature della cupa", "Scorza di mulo", "Il pumminale" e "Maddalena la castellana" che portano a "La notte di San Giovanni" e "L'angelo della luce". I ritmi ossessivi de "La bestia del grano" traghettano su altri lidi Capossela e il gruppo di musicisti ed artisti che lo accompagnano in questa avventura. Il vaso delle canzoni del passato si apre con una maestosa versione di "Brucia Troia" che fa da passaggio verso "Vinocolo", "Dimmi Tiresia" e "Le sirene". Capossela si muove, suonando il pianoforte ed altri strumenti, fra le ombre sul palco con costumi neri e copricapi più o meno appariscenti.
La scaletta regala altri gioielli della sua produzione come "Parla piano", "Fatalità", "Modì", la tribale "corvo torvo", "scivola vai via" e "Marajà".
Le canzoni della cupa  tornano impetuose in coda fra "Pettarossa", "Lo sposalizio di Maloservizio" e "Il lutto della sposa" lasciando ad un impetuosa "Il ballo di San Vito" l'atto finale. Ma cinque minuti di applausi a Vinicio Capossela e alla sua brigata, nella quale merita menzione speciale Vincenzo Vasi con gli effetti stranianti del suo theremin, non impediscono al filo di note di spezzarsi.
Nei bis si materializzano "Come la rosa", "Ovunque proteggi" e "Camminate" con Capossela che sceglie l'ironia per il suo congedo: "So che il biglietto per gli spettacoli teatrali non è economico ma è costato meno di una seduta dallo psicoanalista e forse vi ha portato a capire qualcosa in più riguardo alle vostre ombre".